Le Provincie romane
Questa sezione del sito vuole illustrare in maniera sintetica cosa era la provincia nell' impero romano.
Quale la definzione, i confini, il modo di vita e le popolazioni. E' di tutta evidenza che l'argomento, ampissimo per contenuti, può essere solo accennato in questa sede, ma speriamo comunque di offrire una immagine veritiera e comprensibile.
Omnium Provinciarum Populi Romani
AUGUSTO
...di questa immensa regione della terra della quale
i Romani sono i signori,
alcune parti sono governate da Re,
altre le amministrano essi stessi, chiamandole province,
e vi inviano prefetti ed esattori di imposte...
STRABONE
Nel 27 a.C. , Augusto riordinò le Province in maniera tale che così rimasero fino al tempo di Diocleziano tre secoli più tardi. La base di questo nuovo ordine era la divisione tra :
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- PROVINCE DEL POPOLO ROMANO - PROVINCIAE POPULI ROMANI Governate da un Proconsole ( Proconsul ) di rango senatorio con carica annuale. Il Proconsole era scelto dal Senato in accordo con l'imperatore. Erano province pacificate in cui si trovavano solo reparti di ausiliari ( Auxilia ). Durante il principato di Augusto tali province erano 10.
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- PROVINCE DELL'IMPERATORE - PROVINCIAE CAESARIS
Governate da un Legato ( Legatus Augusti pro Praetore ) con carica biennale o triennale. Il Legato era scelto dallo stesso Imperatore e solo a Lui rispondeva. Erano province di confine in cui erano stanziate Legioni e truppe ausiliarie.
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L'obiettivo neppur troppo nascosto di Augusto era quello di mantenere l'esercito sotto il suo diretto comando. E' interessante notare come il numero complessivo delle truppe romane durante tutto il I° secolo d.C. fosse sorprendentemente basso raffrontandolo alla enorme estensione geografica dell' impero ed al numero di abitanti che superavano i 50 milioni. Ebbene, l'intera struttura militare non superava i 350.000 effettivi. La risposta al quesito ovvio che ci si pone : come controllare il territorio, è semplice ed ancora sotto i nostri occhi: le strade. Finanziate con i fondi dello Stato, a partire da Augusto, costruite dai soldati, erano lo specchio dell' impero tramite le quali si muovevano celermente le truppe e per mezzo di esse, con il servizio di poste riservato alle sole cariche dello Stato, le notizie viaggiavano veloci dalle Province sino a Roma. I corrieri e le staffette potevano percorrere fino a 200 chilometri al giorno . |
LA ROMANIZZAZIONE :"Agricola cominciò in colloqui particolari a dar buoni consigli a quegli uomini dispersi e rozzi e perciò facili alle guerre, perchè si abituassero, per mezzo di occupazioni dilettevoli, alla tranquillità ed alla pace; li aiutava, poi, in forma ufficiale a costruire templi, piazze, case, lodando i solerti, sferzando i pigri; così che la gara per la conquista della lode veniva a sostituire efficacemente la costrizione. Prese inoltre a istruire nelle arti liberali i figli dei capi mostrando di tenere in maggior conto le doti naturali dei Britanni piuttosto che la cultura dei Galli in modo che coloro, che prima disprezzavano la lingua dei Romani, aspirarono poi a possedere la loro arte oratoria. Di qui venne l'abitudine dei Britanni a vestire la nostra foggia, all'uso frequente della toga ; a poco a poco essi si abbandonarono alle seduzioni dei vizi , alle raffinatezze dei portici , dei bagni , dei conviti ; ignari , essi chiamavano civiltà tutto questo, che null' altro era se non un aspetto della lro servitù. "Così Tacito nella " vita di Agricola " riassume in maniera chiara come si trasformasse una società, rendendola Romana. Come accenna Tacito, i Romani presentarono la loro dominazione sotto il segno di una volontà civilizzatrice ( humanitas ). In Britannia riuscì più facile che in altri luoghi, ad esempio non in Grecia, della quale i Romani si sentivano diretti eredi, e poco nell'oriente civilizzato. Il trasferimento di molti italici nelle nuove province ( soprattutto dopo le guerre civili del I° secolo d.C. ), lo stanziamento di truppe romane, la volontà di alcune elitè delle terre assoggettate di entrare a far parte del mondo romano, le leggi, nonchè, soprattutto a partire dal principato di Augusto, il progetto di rendere le grandi città del tutto simili a Roma, con un foro, porticati, terme, un anfiteatro o un circo, gli acquedotti, le fontane e non ultime le strade così che un uomo poteva quasi sentirsi a casa anche dall 'altra parte dell'impero, aiutò in maniera determinante la romanizzazione. Una sorta di globalizzazione ante litteram.
Il simbolo della città di Nimes nel sud della Francia, è un chiaro esempio di città fondata da coloni romani, precisamente dai legionari reduci delle campagne cesariane in Egitto. Lo stemma riproduce infatti un coccodrillo legato ad una palma e le lettere " COL NEM " significano - Colonia Nemausus -, dal nome del dio celtico anticamente protettore della città.
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